Cuneo da gustare

I nostri prodotti locali

Portiamo in tavola le eccellenze del territorio, dando risalto alle tipicità agricole della valle.

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MIELE

Da alcuni anni ci dedichiamo all’allevamento di circa una quarantina di famiglie di api.

La produzione prevalente è quella del miele di castagno, che otteniamo grazie ad un apiario stanziale a Montemale, nella vicinanza della chiesa parrocchiale.

Alcune arnie vengono poi spostate nella pianura fossanese in primavera, durante la fioritura dell’acacia, per poi essere trasportate ancora in alta Valle Maira, per la produzione del millefiori di montagna.

I melari vengono infine trasportati nel laboratorio della vecchia casa canonica della parrocchia, dove, una volta raggiunta la giusta umidità, si passa alla smielatura ed alla decantazione nei matura tori. Infine il miele verrà invasettato ed etichettato per la vendita.

MIELE

Da alcuni anni ci dedichiamo all’allevamento di circa una quarantina di famiglie di api.

La produzione prevalente è quella del miele di castagno, che otteniamo grazie ad un apiario stanziale a Montemale, nella vicinanza della chiesa parrocchiale.

Alcune arnie vengono poi spostate nella pianura fossanese in primavera, durante la fioritura dell’acacia, per poi essere trasportate ancora in alta Valle Maira, per la produzione del millefiori di montagna.

I melari vengono infine trasportati nel laboratorio della vecchia casa canonica della parrocchia, dove, una volta raggiunta la giusta umidità, si passa alla smielatura ed alla decantazione nei matura tori. Infine il miele verrà invasettato ed etichettato per la vendita.

TARTUFO NERO

Tartufo è il nome comune con il quale vengono chiamati i corpi fruttiferi di questi particolari funghi, che compiono il loro intero ciclo vitale sotto terra.

Il tartufo nero di Montemale e della Valle Grana è il Tuber melanosporum, fungo molto pregiato, secondo in qualità economica e organolettica solo al bianco d’Alba. Nella valle, grazie alla sensibilità di vari attori della filiera gastronomica di questo prodotto, è iniziata da alcuni anni un’azione di promozione e di valorizzazione di questo fungo. A partire dal 2003 si sono diffuse le prime coltivazioni di questi tartufi, con impianti di piante micorizzate, cioè che contengono nell’apparato radicale gli abbozzi del tartufo, con il duplice fine utilizzare dei terreni altrimenti difficilmente utilizzabili ottenendo nello stesso tempo prodotti unici di alta qualità e fortemente legati al territorio. Il periodo ottimale per degustare questa specialità del nostro territorio è quello invernale da inizio dicembre fino a inizio marzo.

PATATE

Ci piace coltivare direttamente le patate, che poi serviamo presso la trattoria come contorno, ma utilizziamo anche che per la produzione delle “cuiette”, i gnocchi tipici.

I pochi campi ancora coltivati a Montemale,  lontani da fonti di inquinamento industriali e dall’agricoltura intensiva di pianura, permettono di ottenere dei frutti con particolarità organolettiche e salutistiche apprezzabili.

Negli ultimi anni abbiamo coltivato anche alcune varietà antiche, recentemente oggetto di valorizzazione come la patata piatlina e la ciarda.

PATATE

Ci piace coltivare direttamente le patate, che poi serviamo presso la trattoria come contorno, ma utilizziamo anche che per la produzione delle “cuiette”, i gnocchi tipici.

I pochi campi ancora coltivati a Montemale,  lontani da fonti di inquinamento industriali e dall’agricoltura intensiva di pianura, permettono di ottenere dei frutti con particolarità organolettiche e salutistiche apprezzabili.

Negli ultimi anni abbiamo coltivato anche alcune varietà antiche, recentemente oggetto di valorizzazione come la patata piatlina e la ciarda.

CASTAGNO

Questa pianta, chiamata anche albero del pane per la sua importanza alimentare, rappresentava in passato una primaria fonte di sostentamento. Del castagno si utilizzava ogni sua parte, le castagne che venivano consumate fresche, bollite (baròte) o arrostite in apposite padelle (mondai) ma soprattutto essiccate nei secòo in autunno, per essere poi consumate nei lunghi inverni con il latte, o macinate per ricavarne della farina. Si stima che il consumo pro capite fino al secondo dopoguerra superasse i due quintali. Anche le foglie venivano raccolte in capanni ( pòrti ) e poi utilizzate come lettiera nelle stalle (giàs). Il legno, ricco di tannini che gli conferiscono durevolezza e resistenza nel tempo, veniva usato per la costruzione di attrezzi, paleria, orditura dei tetti, cesti, riscaldare i casolari .  Prodotti derivanti, seppur in maniera indiretta, dalla presenza di castagneti, sono ancora i porcini (bolè) e il pregiato miele che si produce anche in purezza. Questo albero di straordinaria importanza oggi ci offre paesaggi ed ambienti unici, grazie al lavoro di chi ancora li coltiva.  Le cultivar maggiormente presenti in questi boschi sono la Bracalla, Plosa, Bronet, Sarvaschina, Siria, Rubiera, Garon Ros, Garon Ner.

castelmagno-formaggio-locale
CASTELMAGNO

L’origine del Castelmagno è antichissima, si stima che già a partire dall’anno 1000 si producesse questo prestigioso formaggio. Che il Castelmagno fosse rinomato anche in tempi molto remoti, lo dimostra il testo di una sentenza arbitrale del 1277, secondo la quale, per l’usufrutto di alcuni pascoli in contestazione fra i Comuni di Castelmagno e di Celle di Macra, si fissava come canone annuo – da pagarsi al Marchese di Saluzzo – una certa quantità di formaggi di Castelmagno, che è presumibile siano stati dello stesso tipo di quelli che si fabbricano attualmente. Il Castelmagno DOP può essere esclusivamente prodotto, stagionato e confezionato nel territorio amministrativo dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana, in provincia di Cuneo. Dagli stessi comuni deve anche provenire il latte destinato alla trasformazione.

CASTELMAGNO

L’origine del Castelmagno è antichissima, si stima che già a partire dall’anno 1000 si producesse questo prestigioso formaggio. Che il Castelmagno fosse rinomato anche in tempi molto remoti, lo dimostra il testo di una sentenza arbitrale del 1277, secondo la quale, per l’usufrutto di alcuni pascoli in contestazione fra i Comuni di Castelmagno e di Celle di Macra, si fissava come canone annuo – da pagarsi al Marchese di Saluzzo – una certa quantità di formaggi di Castelmagno, che è presumibile siano stati dello stesso tipo di quelli che si fabbricano attualmente. Il Castelmagno DOP può essere esclusivamente prodotto, stagionato e confezionato nel territorio amministrativo dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana, in provincia di Cuneo. Dagli stessi comuni deve anche provenire il latte destinato alla trasformazione.

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